E' LA CLASSE MEDIA A PAGARE IL CONTO DELLA CRISI

Quadro chiaro comparando le dichiarazione dei redditi fatte nel 2008 con quelle del 2018. Tutto questo sempre al netto del sommerso che le statistiche possono solo ipotizzare.


E' la classe media a pagare il conto della crisi. Per 12,2 milioni di contribuenti italiani con reddito annuo tra 15mila e 26mila euro, in 10 anni la perdita di potere d'acquisto è stata di 2.350 euro. Un fenomeno che negli ultimi 30 anni ha riguardato quasi tutti i paesi industrializzati. Dalla fotografia fatta dall'Ocse grazie alla comparazione dei dati offerti dalle dichiarazioni dei redditi 2007 e 2017 emerge un quadro chiaro. La classe media prevede due livelli. Un primo che si conclude a 26mila euro ed un secondo che arriva sino a 55mila euro. Anche in questa seconda fascia il calo su base decennale si è avvertito eccome: -11,7%. Oltre al potere d'acquisto si riduce anche il numero effettivo di chi compone la classe media. La fascia 15mila 26mila ha perso in dieci anni 360mila contribuenti. Sono invece aumentati i "residenti" della fascia fino a 55mila euro. Da a fare contraltare a questa crescita ve n'è un'altra: quella di chi non raggiunge i 15mila euro (quella che una volta sarebbe stata definita working class). Qui l'incremento è del 43,8%. Crescono anche i più ricchi (oltre 55mila euro) con un +5% di aumento. E tutto questo al netto dell'economia sommersa che sfugge ad ogni misurazione analitica.
La tendenza dicevamo di "contrazione" della classe media vede coinvolti tutti i paesi industrializzati ad eccezione della Francia, paese nel quale la classe media ha goduto di destini opposti: +4,2%.






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