E' la classe media a pagare il conto della crisi. Per 12,2 milioni di contribuenti italiani con reddito annuo tra 15mila e 26mila euro, in 10 anni la perdita di potere d'acquisto è stata di 2.350 euro. Un fenomeno che negli ultimi 30 anni ha riguardato quasi tutti i paesi industrializzati. Dalla fotografia fatta dall'Ocse grazie alla comparazione dei dati offerti dalle dichiarazioni dei redditi 2007 e 2017 emerge un quadro chiaro. La classe media prevede due livelli. Un primo che si conclude a 26mila euro ed un secondo che arriva sino a 55mila euro. Anche in questa seconda fascia il calo su base decennale si è avvertito eccome: -11,7%. Oltre al potere d'acquisto si riduce anche il numero effettivo di chi compone la classe media. La fascia 15mila 26mila ha perso in dieci anni 360mila contribuenti. Sono invece aumentati i "residenti" della fascia fino a 55mila euro. Da a fare contraltare a questa crescita ve n'è un'altra: quella di chi non raggiunge i 15mila euro (quella che una volta sarebbe stata definita working class). Qui l'incremento è del 43,8%. Crescono anche i più ricchi (oltre 55mila euro) con un +5% di aumento. E tutto questo al netto dell'economia sommersa che sfugge ad ogni misurazione analitica. La tendenza dicevamo di "contrazione" della classe media vede coinvolti tutti i paesi industrializzati ad eccezione della Francia, paese nel quale la classe media ha goduto di destini opposti: +4,2%. |