Due ore di dibattito, tanti spunti e molte perplessità rispetto a quanto davvero il pnrr potrà fare per migliorare la qualità del servizio sanitario pubblico nel cuneese. Tre ospiti in presenza ovvero il vice-sindaco di Ceva Lorenzo Alliani, il presidente dell’Unione Alta Valle Tanaro e sindaco di Ormea Giorgio Ferraris ed il segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Luciano Bertolusso. Il dibattito è stato arricchito dai contributi registrati nei giorni precedenti e riproposti per l’occasione con il direttore generale dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra, con il sindaco di Garessio Ferruccio Fazio e con il presidente dell’Uncem Piemonte Roberto Colombero. Il Pnrr ad oggi è, o rischia di essere, soprattutto una grande operazione di edilizia sanitaria. Su questo hanno concordato tutti i presenti. Per il territorio dell’Asl Cn1 si tratta di aprire 3 nuovi ospedali definiti di comunità e 11 nuove strutture ribattezzate case di comunità che dovrebbero proseguire l’idea parzialmente già avviata (almeno nel saluzzese) delle case della salute. Tutto questo per incrementare i servizi sanitari sul territorio e garantire la loro prossimità. Ma chi lavorerà in queste strutture considerato che oggi il sistema nel suo complesso (e le valli montane in particolare) stanno facendo i conti con il massiccio pensionamento di medici di base? A questo dato va aggiunta la difficoltà a reperire infermieri ed anche oss. Dunque la domanda è piuttosto scontata e pure decisamente retorica. Crediamo davvero che un nuovo ospedale significhi migliore tutela della salute? Senza medici, infermieri e oss è solo una scatola vuota. Per Luciano Bertolusso il disegno non è chiaro e come segretario Fimmg e medico di base in attività (a Sommariva Perno) l’altro grande nodo è il futuro suo e dei suoi colleghi “siamo sempre meno per una mancata programmazione da parte della Regione e una grave miopia nella gestione del corso di laurea in medicina. Sul tema medico di base in convenzione o dipendente pubblico dico subito che il giorno in cui si opterà per farci diventare dipendenti pubblici io lascerò la professione. E poi davvero credete che lo Stato abbia le risorse per garantire ambulatori, bollette, segreterie ed infermiere che oggi ci paghiamo noi con le quote per mutuato che ci vengono riconosciute nella convenzione?”. Ed allora la sensazione diffusa è che il nuovo Pnrr oltre che opera di rilancio del settore edile, anche in sanità, rischia di diventare occasione per privatizzare il sistema sanitario. “E’ un rischio chiaro e sotto gli occhi di tutti – analizza Giorgio Ferraris -. E questo tentativo va avanti da molti molti anni. Il pnrr rischia di dare in questo senso il colpo di grazia. Il pubblico ha capacità e risorse, se volesse, per garantire il sistema sanitario. Il disegno mi pare invece tutt’altro. Si lascia al privato, che con la salute ci fa un business, la possibilità di gestire non ciò che il pubblico non riesce a fare ma ciò che lo stesso privato ha più convenienza a fare. Io accetto l’intervento privato ma alle condizioni dettate dal pubblico nell’interesse della collettività”. Infine il vice-sindaco di Ceva attento a rilanciare sul futuro del nosocomio: “so bene che non basta l’ospedale per garantire la qualità del servizio sanitario sul nostro territorio considerati le nostre vallate, ma da Asl e Regione abbiamo ricevuto garanzie sul futuro dell’ospedale alla faccia dei pochi che sui social si divertono a seminare dubbi spaventando la cittadinanza. L’ospedale di Ceva c’è e ci sarà non solo come ospedale di comunità ma con i servizi attivi prima della pandemia. Poco alla volta torneremo alla normalità”. Bene per l’ospedale e bene per i cebani. A chi abita le vallate invece, cebane saluzzese, cuneesi, albesi, monregalesi e chi più ne ha più ne metta, servono servizi di prossimità. Strutture e personale sul territorio in grado di garantire il loro diritto alla salute e la gestione delle cronicità nelle persone non più giovani. Anche con l’ausilio della telemedicina tutto questo si potrà realizzare. A patto che si investa subito sulla formazione di personale medico ed infermieristico e si ribadisca nei fatti la centralità del pubblico nella gestione del ssn. E per fare questo, come sottolineato in apertura di dibattito da Angelo Vero (segretario Fnp Cisl Cuneo con delega alla sanità), “serve che la Regione si confronti con parti sociali e enti locali. E’ una partita troppo importante per essere giocata senza coinvolgere tutti soprattutto quei soggetti che sul territorio vivono quotidianamente, conoscendo e gestendo le criticità”. (Guarda le foto del convegno di Ceva nella galleria foto qui a sinistra).
|