PENSIONATI E DIGITALE: TRA TIMORI E SPERANZE, COME POTREBBE CAMBIARE L'ACCESSO AI SERVIZI PUBBLICI?

Tra i relatori Gianfranco Galvagno (coordinare del progetto Spid dei Pensionati Cisl cuneesi). Intanto, su come i soldi del pnrr potranno agevolare questa transizione, le idee non sono assolutamente chiare.


Si fa presto a dire transizione digitale. A Saluzzo l'altro giorno a margine del pre-congresso dei pensionati Cisl saluzzesi l'assessore Domenico Giraudo ha affermato "è anche vero che una volta si facevano due ore di coda allo sportello ed andava tutto bene oggi se per quattro secondi il portale o l'app non funzionano non va bene". Possibile. Ma il mantra del mondo più bello più semplice e più fruibile con il digitale ci è stato raccontato. Ed il racconto, va detto, non sempre corrisponde con la realtà. Questo deve essere il punto di partenza per raccontare il digitale ai pensionati ed a tutti colori i quali sono nati analogici ed ai quali (con un'impressionante accelerazione in questi due anni di pandemia) si chiede la transizione verso un nuovo mondo. Si è parlato di tutto questo a Bra, venerdì scorso 12 novembre nella suggestiva location del Coro di Santa Chiara. Ad aprire i lavori Lina Simonetti. Poi, i saluti del primo cittadino braidese Giovanni Fogliato.
Il digitale sicuramente porterà dei benefici ma al contempo è un processo che già oggi evidenzia dei rischi. Il primo, e più evidente, è il rischio di esclusione per gli over65 (con aggravanti rappresentate dal reddito e dalla residenza). "Ma non crediate che sia solo un problema degli anziani - ha analizzato il sindaco di Cavallermaggiore Davide Sannazzaro -. Nel mio comune stiamo attivando un servizio spid per aiutare tanti a farsi l'identità digitale. E non sono solo pensionati". Per il dott. Grillo "la materia è complessa e si dovrà fare i conti con le risorse disponibili. Servono infrastrutture e soprattutto, software che si parlino tra loro. Oggi, il vero ostacolo alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e che due uffici dello stesso comuni non riescono a passarsi i dati perchè lavorano su sistemi differenti". Per Gianfranco Galvagno infine vi è il problema della consapevolezza: "Leggo di 24milioni di italiani che hanno già lo Spid. Ci credo poco. Comunque anche fosse, vi assicuro, frequentando i nostri iscritti, che per tanti di loro che lo Spid ce l'hanno, ciò che con esso di potrà fare resta un mistero. Il tema della consapevolezza è un altro nodo cruciale. Non basterà dire che tutti hanno lo spid per essere a posto. C'è un lavoro culturale e di alfabetizzazione al digitale che va fatto e sarà lungo".






  
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