Una Festa della Donna significativa, intensa, partecipata. Al Teatro Garelli di Villanova Mondovì il Coordinamento di Genere dei Pensionati Cisl cuneesi ha adottato nel corso di una bellissima serata quattro panchine rosse che verranno collocate nei comuni di Pianfei, Frabosa Soprana, Frabosa Sottana e Villanova Mondovì. Tanto pubblico per 2 ore di "spettacolo" con la conduzione di Lina Simonetti. Presenti autorità politiche locali, i vertici del sindacato pensionati Cisl provinciale e tanta gente, giovani e meno giovani, uomini e donne, accorsi per seguire la serata nella quale si sono alternati interventi, riflessioni, balletti, musiche, analisi e interpretazioni. Tre letture, tratte dal testo di Serena Dandini "Ferite a morte". Ad ogni lettura è seguito un balletto realizzato dalle ragazze e dai ragazzi della scuola di danza Gravity di Giulia Voarino. Lina Simonetti in apertura ha anche ricordato la guerra in Ucraina con una riflessione sul significato della parola rispetto e sul mondo di odio e violenza che stiamo costruendo. Una panchina rossa al centro del palco ha accolto il pubblico. Dipinta dalla mano artistica di Emilio Danaro. Durante la serata il ricordo commosso di Martina Rossi affidato a Erica Basso dell'Università del Mondolè e amica d'infanzia di Martina. Emozioni, forti davvero. Parlano il presidente dell'Unione Mondolè Adriano Bertolino e intervengono i Pensionati Cisl cuneesi, prima con il responsabile monregalese Edoardo Giovannini poi con la chiusura affidata al segretario generale Matteo Galleano. Alla fine ragazzi e sindaci sul palco insieme alle quattro panchine a favor di fotografi per qualche scatto. Intanto in sottofondo parte quello che ormai è l'inno del progetto. Vietato Morire di Ermal Meta. "Un'altra bella serata - chiosa Lina Simonetti - tanta gente ed un bel ritmo. Ringrazio tutti, in particolare i ragazzi della scuola di danza Gravity, bravissimi. E poi, Maria, Maria Cristina e Lina per le tre letture". Prossima tappa, Cavallermaggiore il 7 aprile. Perché "Una panchina al mese perchè un giorno solo non basta" corre tutto l'anno. Non basta un giorno per un affrontare una sfida culturale così complessa che ci deve condurre a sconfiggere la violenza di genere e più in generale, visti i tempi nefasti, la violenza in genere. |